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Riflessioni sul film: “LE RICAMATRICI”


Riflessioni sul film: “LE RICAMATRICI”

  • Domenico Carbone

Entro con umiltà dentro questa storia molto al femminile. Una storia che richiede pazienza per entrare nei ritmi lenti del cambiamento. Lentezza che produce trasformazioni potenti che possono portare alla vita o alla morte.

Una storia sull’identità, sulla trasformazione, sull’elaborazione di una perdita.

La regista del film Eleonor Faucher ha detto “ un giorno dopo aver rammendato un maglione, ho cominciato a scrivere Le ricamatrici. Mi hanno ispirato il movimento delle mani e la trama. Volevo che la regia, le immagini, il suono, la musica rendessero con forza il lirismo a volte onirico, che fa da contrappunto alla severità, dietro alla quale queste due donne si proteggono a vicenda.”

La lentezza e i silenzi sono speculari alle trasformazioni profonde che accadono dentro il corpo e l’animo delle protagoniste: una giovane donna che aspetta un bambino che non vuole e una madre che ha perso da poco il giovane figlio in un incidente. Due perdite che s’incontrano, due dolori che invece di portare a scelte mortali sono accolti e trasformati e indirizzati in capacità di realizzare splendide opere di ricamo. Questo film racconta del rapporto profondo e viscerale di una giovane donna col suo corpo e con una maternità non voluta. Parla di come sia difficile accettare pienamente la propria identità di donna accogliendo le trasformazioni che la vita ci chiede di fare.

Molte donne si portano dentro la ferita, la delusione per la propria identità sessuale. La rabbia e il dolore che sono incapsulati nelle profondità dell’inconscio possono riemergere da adulti in quelle situazioni che fanno toccare l’antico dolore. E’ quello che succede a Claire che scoprendo di essere incinta, a seguito di un breve rapporto con un collega sposato, entra profondamente in crisi e non sa che decisione prendere.   Avrebbe bisogno d’essere ascoltata, consigliata, ma ha un pessimo rapporto con la madre che non sa vederla. C’è un momento in cui la giovane prende il coraggio a due mani e mostra timidamente la pancia alla madre che non sa ancora nulla. Questa non si accorge che la figlia è in attesa.  Ancora una volta giunge la conferma di non essere vista. Nell’adolescenza, si sa, il conflitto con la madre si acuisce e per affermare la propria identità si sceglie la strada difficile della solitudine. Portiamo dentro di noi tanti progetti, stanno scritti dentro il nostro Sé. Alcuni sono coscienti, altri si presentano all’improvviso stupendoci e mettendoci in crisi. Diventare autonomi, realizzarci professionalmente, diventare genitori sono alcune tappe della nostra crescita.  La Vita non va come vogliamo noi, ma ci offre comunque tanti doni per realizzare bellezza, sta a noi capire quali sono le trasformazioni che dobbiamo fare. Rimanere incinta non è sicuramente il progetto cosciente della ragazza e la gravidanza è un momento molto importante e delicato per ogni donna. Avvengono fenomeni regressivi molto intensi e spesso sono ripercorsi i vissuti più profondi. Non sappiamo come è stata la gravidanza della madre di Claire, non sappiamo se desiderava un maschio o una femmina. Quello che possiamo vedere è l’incertezza della giovane, le menzogne che racconta al lavoro, “…ho un tumore” , il nascondere o aggredire i suoi splendidi capelli rossi, simbolo di una femminilità prorompente. Possiamo leggere questi segnali come l’espressione di un profondo dolore e rabbia per la sua identità femminile non accolta e da ciò possiamo dedurre il rifiuto e la rabbia che prova nei confronti dei genitori. Se dentro ha introiettato una madre cattiva e rifiutante, ha bisogno invece d’incontrare una madre positiva che sappia accoglierla nel suo progetto di realizzazione di donna e di artista. Tutto ciò avviene con l’incontro con Madame Melikian e il giovane Guillaume. In un momento così delicato la giovane donna incontra una Maestra d’arte che per lei è anche maestra di Vita. Entrambe sono sull’orlo della disperazione. Diventano un dono reciproco l’una per l’altra. Claire conquista Madame Melikian con le sue attenzioni, con la sua bellezza e si affida totalmente a lei. Potrà così approfondire la conoscenza di se stessa e disfare la bruttezza che si porta dentro e accogliere il dolore imparando a tessere una nuova bellezza che prenderà la forma di un meraviglioso telo stellato. Se la giovane non avesse deciso di cercare e trovare una maestra probabilmente non avrebbe avuto la forza di smantellare il suo odio e la sua rabbia e non avrebbe avuto il coraggio di perdonare la madre e tenere la bambina. Non avrebbe avuto il coraggio di afferrare la mano del giovane Guillaume per guidarlo verso il piacere. Imparando a ricamare impara a creare bellezza non solo nella tela, ma anche nella sua vita decidendo di mostrarsi in tutta la sua bellezza. Scopre così la sua splendida capigliatura e decide di diventare figlia della Vita, ma anche figlia di sua madre I bambini non nascono sotto i cavoli!

 


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta a Roma

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
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