C'è tempo


C'è tempo

  • Domenico Carbone

 

Le cose si trasformano
l’una nell’altra secondo necessità
e si rendono giustizia
secondo l’ordine del tempo. 
(Anassimandro)

Il tempo è un grande mistero. Il tempo è relativo dice Eistein. Il tempo è la misura del cambiamento dice Aristotile. C’è un tempo assoluto che scorre uniformemente dice Newton. Il tempo è poroso.(1) C’è un tempo per ogni cosa. Chi ha tempo non aspetti tempo. Che tempo fa? Il Covid ha stravolto il nostro tempo. Questo è un tempo di cattivi valori dice Walter Weltroni, è un film non in sintonia con i tempi. Una riflessione sul tempo e su questo film s’impone.
Il film racconta la storia di Stefano, quarantenne immaturo che vive in montagna e che fa due lavori l’osservatore di arcobaleni e manutentore di uno specchio del comune di Viganella, e di Giovanni ragazzo di tredici anni che però è molto più adulto della sua età.  Alla morte del padre, che non ha mai conosciuto, Stefano scopre d’avere un fratello minore e ne accetta la tutela solo in cambio di un generoso lascito. Sono due opposti. Il viaggio che faranno e l’incontro con la cantante Simona e sua figlia li cambierà profondamente.

Un film sul valore degli scambi, dei sentimenti, del sapersi donare l’uno all’altro.
Sul rapporto col padre e con la paternità e sulla capacità di scegliere.
Un film sull’importanza della scienza, del cinema, della musica e della bellezza.

La scienza ci aiuta nella vita a capire tante cose e a mettere luce nella nostra esistenza, così come ha fatto il sindaco del comune di Viganella, luogo famoso perché il sole non batteva mai da Ottobre a Febbraio. Poi un giorno, il fantasioso lettore di Topolino ha copiato l’idea letta in un fumetto e ha fatto installare uno specchio per deviare i raggi del sole e mandarli nella piazza principale.
La scienza, l’arte e la bellezza guidano la vita del nostro protagonista, romano squattrinato, un po’ infantile che ama i suoi lavori. Vive con una compagna che realizza oggetti fantasiosi, ma il loro rapporto non funziona molto perché si annoiano e si colpevolizzano. Molte cose non vanno nella loro vita. Lui non ha mai conosciuto il padre e non sopporta i bambini, lei tende a criticare e colpevolizzare il compagno ed è un po’ arida.
Giovanni vive in una ricca casa borghese con la domestica asiatica guardando film d’autore. E’ saputello, ricco sfondato e moralista. Non sa stare con gli altri, ma ha paura della solitudine.
Quando viene a sapere della morte tragica dei genitori reagisce con adulta compostezza.

La vita è un po’ come una sinfonia, scorre con tempi e movimenti diversi. Improvvisamente nella vita dei due inconsapevoli fratelli arriva la notizia che cambierà lo scorrere del loro tempo. Stefano viene così a sapere che è morto suo padre, che ha un fratello minore e che potrà diventare suo tutore in cambio di una ricca rendita. Lui inizialmente rifiuta perché odia il padre che chiama “ l’inseminatore”, perché non vuole prendersi la responsabilità di un fratello minore e perché detesta i bambini.
La compagna però lo sgrida e cinicamente lo convince a prendersi la tutela per poi mettere il fratello in collegio, così potranno avere un po’ di soldi.

L’incontro tra i due fratelli nell’aula del tribunale è esilarante. I due si rifiutano e non si sopportano, ma in realtà sono due solitudini che desiderano incontrarsi. Lui romanista, l’altro juventino. Vacanze a Passoscuro e Fiumicino l’uno,  alle Seychelles l’altro. Inizialmente tra loro è solo scontro di mondi. Sono lo scontro tra le abitudini e le convinzioni che bloccano la vita.

Sono come Olmo e il figlio del padrone nel film Novecento di Bertolucci, immagini che i due ad un certo punto vedranno durante il loro viaggio. Andando in macchina i due si scontrano ma anche imparano a raccontarsi. Lentamente cominciano ad aiutarsi reciprocamente. Il fratello maggiore parla del suo passato e dell’incontro con ciò che ha cambiato profondamente la sua vita. La struggente bellezza dell’arcobaleno che apparve all’improvviso nel 1982 e niente fu più come prima. Trasmette al fratello un’esperienza di vita importante e cioè che per lui la bellezza a un certo punto, inaspettatamente, fece irruzione nella sua vita.

Stefano ama il cinema, la musica, la bellezza.

L’uomo è attratto dalla bellezza. In natura c’è una competizione a creare bellezza. I fiori competono con i loro colori e profumi. Gli uccelli con il canto e con le loro piume. Possiamo affermare che tra gli essere viventi c’è una competizione con la forza ed un'altra con la bellezza. Sin dall’antichità l’uomo ha lottato per conquistare la bellezza. Raccontano i miti greci che Elena, che era la donna più bella del mondo, era contesa da molti pretendenti.  Il padre Tindaro, con il consiglio di Ulisse, lasciò che ogni decisione fosse presa dalla donna, per evitare che potessero scoppiare delle guerre. La scelta cadde su Menelao, ma i pretendenti prima della scelta giurarono che chiunque fosse stato il fortunato sposo, avrebbe ricevuto l’aiuto di tutti nel caso che qualcuno avesse tentato di rapirgli la donna. Un patto in difesa della bellezza.

 

La Cosmoart fa una profonda riflessione sull’importanza della bellezza.
C’è una bellezza prima che si trova in natura ed è sempre sottoposta alla morte.
C’è una bellezza seconda che è creata dall’uomo con il suo agire artistico che è immortale  perché vive nelle opere d’arte che l’umanità ha creato e vive negli archetipi che risiedono nell’inconscio collettivo. (2 )
La bellezza seconda nasce dalla concordia ed è quella di cui parla Omero quando Ulisse si rivolge a Nausica e le augura:

tutti i doni facciano i numi quanto in cuore desideri
marito e casa ti diano e la concordia gloriosa
a compagna, niente è più bello e più prezioso di questo
quando con un anima sola dirigono la casa
l’uomo e la donna , molta rabbia ai maligni
ma per gli amici è gioia e loro han fama splendida” ( Od, VI , 180-185)

Realizzare la concordia gloriosa tra un uomo e una donna è un progetto difficilissimo. Dopo la fase d’innamoramento la volontà di potere, le pretese, il bisogno di possesso e le proiezioni scattano con grande forza e in questo tempo dell’amore fluido è facile andare a cercare un altro partner. Realizzare la concordia gloriosa è un modo per creare bellezza seconda.

 

Uno dei più grandi ostacoli per realizzare la bellezza seconda è l’odio rimosso che si esprime in mille modi e uno di questi è il progetto vendicativo. Stefano cova un rancore profondo nei confronti del padre e possiamo ipotizzare che abbia un progetto vendicativo inconscio che si manifesta attraverso il suo rifiuto alla paternità. Il suo essere infantile ha però degli aspetti positivi: sa giocare. Durante il loro viaggio in macchina più volte il fratello maggiore insegna al minore che la vita va presa con leggerezza ed allegria e non bisogna smettere di giocare. Senza rendersene conto comincia a fare quelle cose che forse avrebbe voluto ricevere da suo padre.

Nel libro “ Genitori quasi perfetti” lo psicoanalista Bettelheim afferma che un figlio genera fenomeni regressivi ed è l’occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Ma un figlio stravolge la vita.  Bisogna cambiare le abitudini e le convinzioni. E’ necessario mettere al centro il tempo ed il ritmo del figlio. Stefano non vuole fare questo ed è stato convinto a mettere il fratello in collegio. Quando Giovanni lo scoprirà sarà per lui l’ennesima delusione. Il ragazzo è giustamente diffidente del mondo degli adulti. Ha avuto un padre violento e non si fida. Ma quell’uomo tondo e un po’ strano riesce con i suoi modi a conquistare la sua fiducia e c’è un momento in cui riuscirà a confidare quella dolorosa verità.

Il padre è una figura importante nello sviluppo dell’identità del figlio ed è deleterio sia un padre assente che un padre troppo responsabilizzante e violento. In entrambi casi si può accumulare del rancore o odio inconsapevole che può agire in tanti modi. C’è un io adulto ed un Io bambino. La cosmoart afferma anche l’esistenza di un IO-fetale che fa riferimento ai vissuti intrauterini.  Durante il viaggio Stefano vuole fare conoscere al fratello la madre che abita  vicino. La donna accoglie molto bene i due fratelli ma ha una certa età e comincia a dare segni di squilibrio. Durante il pranzo la donna ha un momento di perdita di lucidità e si rivolge al figlio con uno sguardo carico di rabbia e di odio dicendo “ ma tu chi cazzo sei ?”.

Questo è un momento del film che mi ha profondamente turbato. Per fortuna mia madre è stata sempre lucida e non ha avuto momenti come quello. Credo di essermi immedesimato in ciò che può provare un figlio che si aspetta amore e riceve un attacco violento. Stupore, paura, dolore, rabbia. E’ quello che prova il feto dentro l’utero se non trova accoglienza e riceve invece un attacco violento come quello rappresentato nel film.

 

Nella vita ci sono incontri belli che arricchiscono la nostra anima e momenti brutti che possono incattivirci e farci diventare aridi, odiosi.
Durante questo viaggio c’è un incontro importante con una cantante, Simona Giannelli e con sua figlia Francesca. Stefano è un fan di questa cantante e sapendo che c’è un concerto nelle vicinanze porta il fratello a sentire un po’ di buona musica. I quattro fanno amicizia e insieme vanno a fare una visita al labirinto della Masone. Questo è un parco culturale costruito nei pressi di Fontanellato, in provincia di Parma.  C’è un labirinto di bambù di specie diverse e una collezione d’arte di Franco Maria Ricci.  Durante questa visita Giovannino si perde ma poi i quattro si ritrovano e i due fratelli si abbracciano.
Il ragazzo ha avuto una perdita terribile. E’ diventato orfano di entrambi i genitori da un giorno all’altro. E’ come perso nel labirinto della vita, non c’è nessuno che lo aspetta e che lo cerca. Ma in quella occasione c’è un fratello maggiore che si preoccupa per lui e che lo va a cercare. E’ l’amore sbilanciato dei genitori verso i figli, l’amore di chi dice io sarò sempre lì e verrò a cercarti ed aiutarti se è necessario.  I due fratelli stanno imparando a donarsi l’uno l’altro e a fidarsi reciprocamente.
Per realizzarsi pienamente come “ Persona” bisogna imparare ad amarsi e ad amare.

“…le due componenti non sono in opposizione, né in giustapposizione , ma sono in strettissima connessione; non si può sviluppare l’una senza raggiungere la piena dimensione dell’altra. Invece, in una visione individualistica si ritiene che sviluppando al massimo l’amore per se stessi si può fare a meno degli altri…..” (3 )

I due fratelli stanno imparando ad amare, ad aprirsi all’altro, ma per far questo devono sciogliere le loro chiusure, le diffidenze, i vecchi rancori. L’odio verso il padre deve essere eliminato e questo può accadere attraverso la decisione di perdono. Decisione che deve essere continuamente rinnovata e verificata attraverso l’agito. Bisogna imparare a prendere le giuste decisioni, a scegliere. Giovannino dice di non saper scegliere e Stefano anche ed                                                                                                                                                                                                                             è succube della compagna.

La nostra identità è una sintesi tra ciò che è scritto dentro il nostro Sé e l’insieme delle informazioni e valori che ci giungono dalla cultura. Siamo una sintesi tra ciò che è naturale e ciò che è culturale. La scelta di modelli è fondamentale per lo sviluppo della nostra identità. Il ragazzo ama molto i film classici. Olmo Darco , il bastardo molto coraggioso del film            “Novecento” di Bertolucci , è un suo modello.
Quando scopre che il fratello maggiore lo vuole chiudere in collegio, il ragazzo, ispirandosi ad Olmo, si scaglia contro il fratello dicendogli “ tu sei un bugiardo e un vigliacco e racconti un sacco di cazzate”. Queste parole toccano il cuore del fratello maggiore che ha il coraggio di affrontare la compagna e al telefono le comunica d’avere scelto e di non subirla più. Giovannino si è ispirato al coraggio di Olmo e agendo ha contagiato Stefano che ha preso coraggio e ha affrontato la donna.

Possiamo introdurre una riflessione sull’importanza dei miti come strumento di guida e di riflessione. Giovannino ha un altro mito che lo appassiona . E’ un film in cui recita Jean Pierre Leaud quando era adolescente. Le immagini del film stanno sul suo smartphone e lui ogni tanto rivede le scene del film. 

Io mi sono appassionato al mito della cosmoart che è ben rappresentato dal mito di Ulisse.

Stefano e Giovannino decidono di accompagnare  Simona e Francesca a Parigi. Al ristorante c’è un signore che pranza da solo in un altro tavolo. E’ Jean Pierre Leaud.  Francesca capisce il desiderio del ragazzo d’avere un autografo da parte dell’attore e con coraggio fa la richiesta.
Quando l’attore viene a sapere che il ragazzo ha visto tutti i suoi films rimane colpito e si presenta al tavolo e a sua volta chiede l’autografo al ragazzo perché lo mostrerà con orgoglio ai suoi amici.  Poi racconta che quando avvenne il casting lui capì che in quel momento si stava giocando la sua vita e rischiando tutto vinse. Ognuno dei quattro componenti ha fatto un dono all’altro e tra di essi circola armonia. Hanno fatto dono di sé, e si sono aiutati reciprocamente e l’Universo manda un dono, un arcobaleno doppio sarà il premio per la loro capacità di saper donare e perdonare.

  1. L’ordine del tempo di Carlo Rovelli Piccola Biblioteca 705
  2. Ipotesi su Ulisse A Mercurio Edizioni Sophia University of Rome
  3. Teoria della Persona A: Mercurio Costellazioni Arianna

 


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta a Roma

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
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