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Le leggi della Vita. Riflessione sul dono


Le leggi della Vita. Riflessione sul dono

  • Domenico Carbone

Il dono esiste? E se esiste quali sono le sue leggi?

Giorni fa stavo attraversando i pratoni del Vivaro. Era notte, c'era un po' di nebbia e stavo in auto con mia moglie e mia figlia. E' una vallata molto bella dove per diversi chilometri non ci sono case e non c'è campo per i telefonini. Un uomo lungo la strada ha attirato la mia attenzione. Aveva un telefonino in una mano e dei soldi nell'altra e cercava di farsi vedere. Ho avuto un attimo d'indecisione poi ho fermato l'auto. L'uomo in modo un po' agitato mi ha chiesto un passaggio perché la sua auto si era fermata e non riusciva a chiamare nessuno. Il suo telefonino non funzionava. L'ho fatto salire in auto e accompagnato in un punto dove poteva telefonare. L'uomo parlava in continuazione e voleva assolutamente ricambiare immediatamente il mio gesto e offrirmi una cena. Sono stato un dono per questa persona e lui voleva in qualche modo togliersi un obbligo. Esistono tante regole nei rapporti umani. La logica mercantile prevede un pagamento o uno scambio. La logica statale prevede l'esistenza di un servizio di assistenza, pago le tasse e in cambio ho dei diritti. L'economista Kolm afferma che esistono tre sistemi economici complementari. Quello del mercato retto dall'interesse, quello della pianificazione retto dalla costrizione e quello del dono. Il dono ha una sua logica, ha le sue leggi. Nel suo " Essai sur le don" il grande antropologo Marcel Mauss ci dice che in molte civiltà arcaiche gli scambi erano effettuati in forme donative e ricambiati obbligatoriamente. Il dono non è soltanto un sistema economico ma anche un sistema che regola i rapporti sociali.

Il dono risponde ad una logica semplice: donare, ricevere, ricambiare e questo crea legami.

Dice Godbout nel " Lo spirito del dono": Definiamo dono ogni prestazione di beni o servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare o ricreare il legame sociale tra le persone.

Aristotele, che è stato un grande teorico del dono, affermava che senza amicizia non potrebbe esistere comunità e che l'amicizia si fonda sulla capacità di donare e di restituire, sulla reciprocità. Il dono crea obblighi, ma deve essere anche spontaneo, libero. Questo è uno dei suoi paradossi, per questo motivo il dono può essere "avvelenato" nel senso di creare un obbligo così forte da impedire la realizzazione di Se'. E' interessante osservare che in inglese "gift" significa dono, nella lingua tedesca veleno. Per entrare completamente nel suo universo bisogna comprendere l'angoscia della perdita a partire dall'esperienza originaria della nascita. Il dono all'altro rappresenta la perdita di sé.

C'è una perdita perché non c'è la garanzia della restituzione. Conseguentemente c'è la sensazione d'angoscia.

Freud, con il caso del bambino che giocava con il rocchetto, ci ha mostrato quale era il sistema difensivo adoperato dal bambino per gestire l'angoscia della perdita. Qui ci troviamo ancora nel sistema duale. Nel ciclo del dono abbiamo invece una triade. C'è il dono, c'è la perdita e poi c'è la speranza che qualcosa tornerà. Dai quanto ricevi, dicono i Maori e tutto andrà bene.

Il filosofo George Bataille ha una sua idea del dono che deve essere anaeconomico. Il suo riferimento è il dono che il sole fa della sua energia senza contropartita alcuna. Il dono sarebbe quindi perdita senza restituzione. Anche altri filosofi propongono una visione del dono svincolata da ogni legame. D'altra parte invece molti economisti affermano che dietro il dono c'è sempre la ricerca dell'interesse. Il donnaiolo che offre la cena si aspetta una ricompensa e il giovane innamorato che regala un anello con diamanti si aspetta una vita in comune. Il dono è così tirato da due parti opposte, ma la sua forza sta proprio nella sua natura ibrida e un po' ambigua. Il dono è contemporaneamente e paradossalmente obbligato e libero, interessato e disinteressato.

L'antropologia cosmoartistica inserisce il dono e le sue leggi all'interno del rapporto dell'uomo con l'universo. Vivere la vita come dono significa sentirsi parte di un organismo, di un disegno più ampio in cui possiamo sentirci amati dalla vita. L'uomo è una cellula di un grande organismo. Una nota all'interno di una grande sinfonia. Ogni uomo porta dentro di sé dei doni che sono i suoi talenti, le sue capacità, un progetto non solo biologico ma anche esistenziale. Questi doni sono scritti dentro il suo Sé. Il Sé rappresenta così lo strumento, ma anche la partitura e l'Io lo strumentista capace di suonare lo strumento, ma anche la partitura che gli è stata assegnata.

Sono stato un dono per mia madre. Mia madre lo è stata per me. Mia madre e mio padre mi hanno dato il dono della vita. Tutto è dono.

Il dono deve sempre essere accettato? Ho riflettuto: la risposta è no.

Bisogna imparare a scegliere. Accettare quello che non posso cambiare.

Lottare per trasformare quello che posso modificare e principalmente capire quello che devo accettare e quello che posso cambiare.

Ho ricevuto molti doni dalla vita. Ho una buona salute, vivace intelligenza, abito in una grande casa con un giardino e un frutteto. Sono fortunato perché ho incontrato una persona speciale che mi ama e mi ha donato quattro figli. Faccio un lavoro che amo e che ho scelto. Sono fortunato perché ho incontrato una persona straordinaria, Antonio Mercurio, e il suo modo di pensare e i suoi insegnamenti hanno cambiato la mia vita e mi hanno permesso d'incontrare il mio Sé.

Riesco a pensare e a dire queste cose sentendole autentiche quando entro in uno stato di grazia, altrimenti più frequentemente la mente, l'Io-psichico con le sue scissioni, con i suoi giudizi severi, le sue paure, i suoi veleni, mi travolge ed entro in una condizione di bruttezza. Per fortuna si rafforza sempre più una maggiore consapevolezza del mio corpo, di come funziona la mente e cerco di sviluppare un dialogo sempre più fitto con me stesso. Nel tempo ho capito quanto erano forti i miei condizionamenti sociali e psichici e lentamente ho affrontato un percorso di liberazione. Questa riflessione sulle leggi della Vita e in particolare sul dono mi permette di affermare l'importanza di perdonarsi, perdonare e chiedere perdono. Mi permette di entrare con piede leggero nel mondo della gratitudine e dire sempre più spesso "grazie".

Affronto ogni giorno affermando l'amore per me dicendo che è un nuovo giorno e ho il potere di scegliere l'amore, la libertà, la verità e la bellezza.

Affronto la morte della mia onnipotenza e so che ogni morte ha la sua rinascita e con coraggio e fiducia affronto le nuove sfide e prove per inserire il mio canto dentro questa immensa sinfonia della vita.

Bibliografia:

" Le leggi della vita" di Antonio Mercurio
" Essai sur le don" di Marcel Mauss
" Lo spirito del dono" di T Godbout
" Il dono al tempo di Internet" M. Aime, A. Cossetta

 


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta a Roma

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
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